In questi giorni ho toccato con mano l’entità di una frattura da me largamente prevista (10 anni fa) e di cui ora ne noto gli effetti devastanti!
Non so da dove cominciare: vedo chiaro ma non so che strada intraprendere. Mi sono lasciata coinvolgere ed interpellare da tante nuove istanze, ho conosciuto tante nuove persone, ho ripreso a calcare il terreno familiare della mia infanzia, adolescenza, gioventù. Ed ho scoperto che non va, non posso stare ferma con le mani nelle mani, con il fuoco che mi brucia dentro e la voglia di gridare che questo non è l’essere credenti e, tanto meno, cristiani!
La prima A posso identificarla con ACCOGLIENZA. C’è un modo di accogliere che è fondamentale quando qualcuno varca il cancello del nostro oratorio. L’accoglienza è, prima di tutto, un sorriso, lo stesso sorriso che Gesù ha “rifilato” alla Maddalena, al giovane ricco, alla Samaritana, a Zaccheo ed a tanti altri. L’accoglienza che non è pregiudizio e nemmeno condanna. L’accoglienza che non è “vediamo questo cosa pensa e come si comporta, se viene in chiesa oppure no…, anzi vediamo pure com’è il suo passato, dov’è stato finora, quante volte ha sbagliato e quante invece è stato perfetto”. L’accoglienza diventa ACCOGLIENZA quando nell’altro vedo me stesso, le mie domande, i miei desideri, la mia voglia di condividere, di stare insieme, di capire, di capirsi, di migliorare, ecc.
La seconda A presuppone l’ASCOLTO. che è uno dei lati della comunicazione, unitamente alla parola. La parola e l’ascolto identificano gli essere umani, li differenziano dagli animali, perchè non si parla e non si ASCOLTA se non con il cuore, con la nostra umana capacità di Amare! In questa società piena di tante parole vuote, di tanti rumori e sapori assordanti, stordenti a volte, non esiste il vero ASCOLTO se non esiste l’Amore. Quando io amo, parlo ed ascolto, entro in relazione con chi mi sta davanti, non posso fare a meno di pensare che in quel momento Dio è con me ed assume le sembianze del mio amico, del mio amore. L’ascolto è un’arte, bisogna allenarsi ad ascoltare, a capire, ad essere pazienti. Non ad essere indulgenti, perchè un buon ascoltatore, in genere, è anche un grande ed esigente Maestro, uno di quelli che non solo ti ascolta e ti parla, ma VIVE quello che dice, con coerenza ed impegno, e ti spinge a fare altrettanto, anche se ti costa fatica!
La terza A è l’ACCOMPAGNAMENTO. Se ho Accolto, se ho Ascoltato, ora sono tuo compagno di viaggio! Accompagnare qualcuno sugli ardui sentieri della fede non è una passeggiata: è un impegno di testimonianza. Non sono una cristiana che logora le sue ginocchia, ma logoro (e tanto) il mio cuore, il mio cervello, le mie mani. Non ho parole da offrire, ho la mia vita che penso valga la pena di essere vissuta così ed in compagnia. Non conosco l’orologio, non conosco la stanchezza, non conosco la parola “no”. Ho imparato a non arrabbiarmi anche quando la stessa cosa devo rifarla dieci volte oppure quando quel che devo fare doveva essere fatto “per ieri”. E tutto questo grazie al mio DIO COMPAGNO di viaggio ed ai tanti compagni che mi ha messo a fianco nella vita. Tutti sono con me nella vertiginosa avventura della fede che ancora oggi percorro e di cui non finirò mai di dire grazie.
Io non sono una cristiana perfetta: cammino sulle strade del mondo ed AMO. Non mi interessa creare un clan di perfetti, ma continuare nella mia ricerca dell’assoluto! Sono una passionale, un’appassionata amante del mio Dio che AMO sopra ogni cosa perchè desidero incontrarLo un giorno… insieme a tutti voi!
P.S. – Grazie, Signore, per avermi fatto capire che c’è una quarta A = AMORE!