Archivio mensile:ottobre 2011

Un tipo speciale


14 anni fa non c’eri o, per meglio dire, avevi qualche ora! Questo post è un pezzo di vita non solo mia di cui Dio mi ha fatto dono, mi ha dato la possibilità di farti crescere e di crescere con te. Se oggi mi metto in gioco e lotto per alcune cose è solo per te! Stai cominciando a diventare “un altro”, un qualcuno che acquista la sua autonomia, il suo carattere, la sua personalità; oggi, quando qualcuno ti chiede “ma siete parenti?” arrosisci e quasi quasi non sai come spiegare perchè ci vogliamo bene. Eppure sono stati bellissimi questi 14 anni, è stato bello poterti insegnare tante cose da piccolo ed oggi vedere che sei tu che le insegni a me! Non contiamo i giorni sul calendario: quelli possiamo dimenticarli, ma non l’intensità del nostro affetto! Auguri Andre!

Attraverso la parola

Non ci può essere dialogo senza la coscienza di se’ e della propria identità. Il dialogo non presuppone uno spogliarsi di se’ stessi, ma un mettere in comune.

Qualche giorno fa scrivevo circa l’ascolto (e la comunicazione) ed oggi mi sono ritrovata tra le mani questa citazione del mio amatissimo Cardinale che mi ha fatto riflettere.
Secondo me il dialogo non è solo una forma espressiva che indica il confronto verbale tra due o più persone, mezzo utile per esprimere sentimenti diversi e discutere idee contrapposte (cit. Wikipedia), ma è anche espressione di un bene comune: non sempre il dialogo avviene tra persone schierate su fronti diversi ed a volte la linea di confine dei due fronti è talmente sottile da non essere nemmeno percettibile.
Devo riconoscere però che la mia riflessione è partita dalla “coscienza di sè e della propria identità”. E’ vero che fin quando non ho preso coscienza di me e delle mie capacità, del mio io interiore, di come amo me stessa e di come amo gli altri, ho avuto scarsissima capacità di dialogo, spesso mi sono scoperta narcisista, individualista e perfino “farisaica”.
Poi ho cercato di lavorare sul mio io, ho cercato una strada dove potermi realizzare al servizio degli altri, ho imparato a lavorare con persone che non conoscevo (ed alcune ancora non conosco) attraverso questo strumento stupendo che è il PC. Ed ho capito che se volevo dialogare con chi nemmeno conosco dovevo essere sicura della mia identità e della mia coscienza, dovevo avere chiaro l’obiettivo della mia vita.
Nessuno mi ha chiesto di cambiare atteggiamento, mi ha imposto di non essere me stessa, mi ha smussato gli angoli: mi hanno fatto capire che l’unica strada possibile era mettere in comune tutto.
Idee, esperienze, gioie, capacità… tutto è entrato a far parte di questa sfida “attraverso la parola” espressa non solo con il linguaggio verbale e fisico, ma soprattutto in una dimensione nuova che la cultura ed il quotidiano mi ha proposto. Oggi condivido, collaboro, dialogo… mi lascio rivoltare come un calzino da chi non la pensa come me.
Questo blog è nato come invito al dialogo ed alla ricerca sincera. La vita è un’avventura mozzafiato per chi ha il coraggio di vivere senza individualismi e soprattutto per chi si ferma a dialogare sulla Parola, cercando poi di tradurla nelle molteplici occupazioni quotidiane e comunitarie.
Sono grata agli amici che, finora, mi hanno letto e commentato ed a quelli che mi hanno solo letto: ognuno di voi sta contribuendo a rendere migliori i miei passi e mi sta insegnando “a contare i miei giorni per giungere alla sapienza del cuore”.

A.A.A. = A

In questi giorni ho toccato con mano l’entità di una frattura da me largamente prevista (10 anni fa) e di cui ora ne noto gli effetti devastanti!
Non so da dove cominciare: vedo chiaro ma non so che strada intraprendere. Mi sono lasciata coinvolgere ed interpellare da tante nuove istanze, ho conosciuto tante nuove persone, ho ripreso a calcare il terreno familiare della mia infanzia, adolescenza, gioventù. Ed ho scoperto che non va, non posso stare ferma con le mani nelle mani, con il fuoco che mi brucia dentro e la voglia di gridare che questo non è l’essere credenti e, tanto meno, cristiani!

La prima A posso identificarla con ACCOGLIENZA. C’è un modo di accogliere che è fondamentale quando qualcuno varca il cancello del nostro oratorio. L’accoglienza è, prima di tutto, un sorriso, lo stesso sorriso che Gesù ha “rifilato” alla Maddalena, al giovane ricco, alla Samaritana, a Zaccheo ed a tanti altri. L’accoglienza che non è pregiudizio e nemmeno condanna. L’accoglienza che non è “vediamo questo cosa pensa e come si comporta, se viene in chiesa oppure no…, anzi vediamo pure com’è il suo passato, dov’è stato finora, quante volte ha sbagliato e quante invece è stato perfetto”. L’accoglienza diventa ACCOGLIENZA quando nell’altro vedo me stesso, le mie domande, i miei desideri, la mia voglia di condividere, di stare insieme, di capire, di capirsi, di migliorare, ecc.
La seconda A presuppone l’ASCOLTO. che è uno dei lati della comunicazione, unitamente alla parola. La parola e l’ascolto identificano gli essere umani, li differenziano dagli animali, perchè non si parla e non si ASCOLTA se non con il cuore, con la nostra umana capacità di Amare! In questa società piena di tante parole vuote, di tanti rumori e sapori assordanti, stordenti a volte, non esiste il vero ASCOLTO se non esiste l’Amore. Quando io amo, parlo ed ascolto, entro in relazione con chi mi sta davanti, non posso fare a meno di pensare che in quel momento Dio è con me ed assume le sembianze del mio amico, del mio amore. L’ascolto è un’arte, bisogna allenarsi ad ascoltare, a capire, ad essere pazienti. Non ad essere indulgenti, perchè un buon ascoltatore, in genere, è anche un grande ed esigente Maestro, uno di quelli che non solo ti ascolta e ti parla, ma VIVE quello che dice, con coerenza ed impegno, e ti spinge a fare altrettanto, anche se ti costa fatica!
La terza A è l’ACCOMPAGNAMENTO. Se ho Accolto, se ho Ascoltato, ora sono tuo compagno di viaggio! Accompagnare qualcuno sugli ardui sentieri della fede non è una passeggiata: è un impegno di testimonianza. Non sono una cristiana che logora le sue ginocchia, ma logoro (e tanto) il mio cuore, il mio cervello, le mie mani. Non ho parole da offrire, ho la mia vita che penso valga la pena di essere vissuta così ed in compagnia. Non conosco l’orologio, non conosco la stanchezza, non conosco la parola “no”. Ho imparato a non arrabbiarmi anche quando la stessa cosa devo rifarla dieci volte oppure quando quel che devo fare doveva essere fatto “per ieri”. E tutto questo grazie al mio DIO COMPAGNO di viaggio ed ai tanti compagni che mi ha messo a fianco nella vita. Tutti sono con me nella vertiginosa avventura della fede che ancora oggi percorro e di cui non finirò mai di dire grazie.

Io non sono una cristiana perfetta: cammino sulle strade del mondo ed AMO. Non mi interessa creare un clan di perfetti, ma continuare nella mia ricerca dell’assoluto! Sono una passionale, un’appassionata amante del mio Dio che AMO sopra ogni cosa perchè desidero incontrarLo un giorno… insieme a tutti voi!

P.S. – Grazie, Signore, per avermi fatto capire che c’è una quarta A = AMORE!

Berlicche

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