Agosto volge al termine.
E come il tempo conferma – e molti concordano nell’affermare – è sembrato più ottobre dal punto di vista climatico.
A me ha riservato qualche impegno aggiuntivo e più di una riflessione.
Ho avuto modo di vivere molte serate in oratorio al servizio del bar. E quindi di incrociare e condividere il tempo libero delle persone che lo hanno frequentato. Sarà la mia logica, non posso fare a meno di tracciarne un mezzo profilo.
Ho incrociato il gruppo di “ribelli”, bestemmiatori folli, trasgressivi, bulli, maleducati, mezzi nudi, ragazzine al seguito per fare i fighi.
Poi c’è il gruppo dei “dai che li imitiamo” che un po’ si fanno trascinare, un po’ hanno paura, un po’ tentano di fare lo stesso gioco ma non è nel loro DNA.
Quindi il gruppo dei “calciomani” (o calciopedi?): quelli che vivono per il pallone e si concedono solo qualche intervallo con i mazzi di carte incomprensibili che vanno tanto di moda in questi anni.
E per ultimo i piccoli, quelli che vengono portati dalla famiglia per stare sui giochini all’ingresso e che ovviamente non sono mai soli ma sempre con mamma o papà o nonni o simili.
Detto questo il modo di stare a servizio al bar ha richiesto un certo comportamento. Personalmente non me la sono sentita di trattare tutti allo stesso modo, di indulgere sulla misericordia. Penso che chi sta in un ambiente come l’oratorio, dove Dio è il centro di ogni cosa, deve prima di tutto avere Dio al centro del proprio cuore e della propria esistenza. E per questo non tollero le bestemmie! Di conseguenza è chiaro che ho alzato il tiro nei confronti di chi non ha un comportamento consono all’ambiente ed ho anche alzato la voce in più di una occasione.
Sono contenta dell’opportunità che ho avuto di toccare con mano una situazione che sicuramente non è solo del nostro ambiente oratoriano: è senz’altro condivisa con altri oratori ma è soprattutto uno spaccato di quotidiano. Chi è maleducato, chi è “senza palle”, chi è pallonaro, lo è 24 ore al giorno, 365 (o 366) giorni l’anno.
Un solo gusto mi manca, in questo gelato dai molteplici sapori: i genitori.
Chi li ha visti? Sono barricati in casa dal maltempo o dal disinteresse? E’ sufficiente un cellulare a farli stare tranquilli sul comportamento dei loro figli?