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Il laboratorio dei talenti – fase 2

Laboratorio_di_ideeGrande
Ne avevo già accennato in questo breve post. Oggi riprendo un attimo il discorso perchè ho finito la lettura della Nota CEI riferita agli oratori.

Confermo in pieno il fatto che lo scritto merita un’attenta lettura ed una profonda riflessione personale da parte di chi si interessa-frequenta-opera-ama l’oratorio, per passare poi ad una meticolosa ed oculata lettura e ad una intensa riflessione comunitaria.
Spesso ci lamentiamo della difficoltà di lettura e di interpretazione dei documenti degli organismi vaticani, a vario livello. Questa nota mi sembra invece molto chiara, precisa, incisiva… purchè non la si lasci sul desktop del proprio PC o, peggio ancora, non prenda polvere su qualche scrivania sprofondata tra altre scartoffie di vario genere ed importanza.

Ci sono alcune cose che mi piace evidenziare e che si sono imposte nella mia lettura personale:
– gli oratori aiutano a crescere ed a formare cittadini che sono responsabili anche nella società. In particolare viene sottolineata la testimonianza cristiana, pur non tralasciando l’accoglienza verso fedeli appartenenti ad altre religioni;
– gli oratori hanno anche una funzione di collegamento, per così dire di ponte, tra la chiesa ed il resto del mondo, quello che comunemente viene chiamato strada. Storicamente varie figure che si sono avvicendate in maniera preponderante nell’attività degli oratori sono partiti dal vissuto della società del loro tempo, hanno saputo vedere lungo e sono andati incontro ai bisogni dei bambini-ragazzi-giovani del loro tempo;
– è messo in evidenza il primato della relazione personale all’interno dell’oratorio. Quel rapporto di confidenza che nasce tra parola ed ascolto, tra educatore ed educato, quel rapporto che non penso sia solo specifico del sacerdote-suora-religioso/a, ma che potrebbe benissimo essere svolto da un laico. Personalmente credo che, a vari livelli, sia oggi una mancanza;
– il punto precedente è anche collegato con la dinamica “accoglienza-restituzione” che molti adulti hanno ben presente. Siamo stati accolti bambini in oratorio, ci siamo divertiti con tante cose e tante persone che ci hanno “tirato grandi”; oggi tocca a noi accogliere e far crescere. Questa dinamica, secondo me, è un po’ il bottone mancante nel meccanismo odierno: si nota infatti la grande fatica che fanno gli adolescenti-giovani di oggi a restituire (a parziale discolpa posso affermare che molti non hanno neppure avuto…);
– l’oratorio-laboratorio: tutto un insieme di sport, cultura, cinema, teatro, musica, ballo, tutto quello che è il fervore dell’oratorio, la sua vera vita; tra l’altro non tralasciando collaborazioni con le altre realtà esistenti nel territorio (mi ricorda tanto l’apertura di cui sta parlando papa Francesco). Quando un oratorio è capace di proporre molteplici attività, svolge già la sua funzione di ponte, di accoglienza, di inculturazione, di libertà: aiuta a far crescere anche il cervello! E, grazie a Dio, è messa in evidenza anche l’importanza del rapporto con il web e con tutto ciò che oggi è digitale (che molti adulti masticano ed apprezzano poco), ma che deve essere considerato con lungimiranza perchè non è solo il presente, ma sempre più il futuro. Non dobbiamo perdere questo treno!

In qualche modo mi sembra bello collegare lo scritto all’omelia odierna di papa Francesco nella messa alla Casa di Santa Marta:
Il fervore apostolico, ha sottolineato, si capisce solo “in un’atmosfera d’amore; ha qualcosa di pazzia, ma di pazzia spirituale, di sana pazzia”. E Paolo “aveva questa sana pazzia”. Il Papa ha dunque invitato tutti i fedeli a chiedere allo Spirito Santo che faccia crescere in noi lo zelo apostolico che non deve appartenere solo ai missionari. D’altro canto, ha avvertito, anche nella Chiesa ci sono “cristiani tiepidi”, che “non sentono di andare avanti”:
“Anche ci sono i cristiani da salotto, no? Quelli educati, tutto bene, ma non sanno fare figli alla Chiesa con l’annunzio e il fervore apostolico. Oggi possiamo chiedere allo Spirito Santo che ci dia questo fervore apostolico a tutti noi, anche ci dia la grazia di dare fastidio alle cose che sono troppo tranquille nella Chiesa; la grazia di andare avanti verso le periferie esistenziali. Tanto bisogno ha la Chiesa di questo! Non soltanto in terra lontana, nelle chiese giovani, nei popoli che ancora non conoscono Gesù Cristo, ma qui in città, in città proprio, hanno bisogno di questo annuncio di Gesù Cristo. Dunque chiediamo allo Spirito Santo questa grazia dello zelo apostolico, cristiani con zelo apostolico. E se diamo fastidio, benedetto sia il Signore. Avanti, come dice il Signore a Paolo: ‘Coraggio’”!

(Testo proveniente dalla pagina Radio Vaticana)

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Scaltrezza spirituale

Di fronte alle difficoltà ed alle provocazioni della vita siamo portati a cercare una via d’uscita per tentare di cavarcela.
Se le guardiamo con gli occhi della fede, siamo portati ad imitare lo stile di Dio e la sua fantasia nel cercare (e trovare) le risorse di fronte alla situazione sfavorevole. Non solo: spesso cerchiamo anche di capire come quella situazione, magari complessa ed intricata, ci faccia trovare la strada per cambiare e passare da un problema ad una circostanza favorevole per la nostra vita.
Questo atteggiamento, dono dello Spirito, è la “scaltrezza spirituale”.
Le caratteristiche di questo dono sono l’acutezza nel procedere: non bisogna accelerare, non bisogna perere tempo. Bisogna sfruttare il tempo con la giusta ritmica, perchè è un tempo di grazia.
Rendo grazie allo Spirito Santo!

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Berlicche

IL CIELO VISTO DAL BASSO

Io Amo Castiglione Olona

la distanza tra Gerusalemme ed Emmaus