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Il gabbiano Jorge Mario

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Ieri il famoso autore letterario, Spirito Santo, ha iniziato a diffondere un bel libro dal titolo “Il gabbiano Jorge Mario”: niente a che vedere con Richard Bach ed “Il gabbiano Jonathan Livingston”, questo è un libro decisamente nuovo, che la storia ci riconsegnerà come un best-seller!
Giusto perchè gli mancava il lieto fine, non ha esitato ad improvvisarsi cronista e, nell’odierna società dell’immagine, si è fatto vedere ben appollaiato a prendere appunti nientemeno che su un famoso comignolo, con il rischio di annerirsi: ma lui conosceva bene i suoi rischi!
Diciamo a tutti gli amanti dell’arte, soprattutto quella iconografica e figurativa, che molte immagini sono da rivedere: dalle colombe dobbiamo passare ai gabbiani (evitiamo i comignoli, rappresentativi solo in un caso)!
Amenità a parte, oggi saluto con immensa gioia il nuovo papa Francesco!
Ieri sera, al momento dell’elezione, con Andrea in casa a fare da portafortuna come all’elezione di BXVI e la mia tabella di traduzione dei nomi in latino, ho bruciato sul tempo il protodiacono e ho detto “Bergoglio” due centesimi di secondo prima di lui. L’attesa è stata interminabile ed è sfociata in uno stupore tranquillo, nella consapevolezza che non hanno agito gli uomini, ma veramente hanno ascoltato un’altra voce.
Che dire di questo papa? Troppo presto per dare giudizi fondati, fidarsi dei mezzi di comunicazione non sempre è buona cosa (sulle previsioni hanno fatto decisamente flop!), ed allora non rimane che la sensazione a pelle, per quelle poche cose che si sanno con certezza e per quei minuti in cui l’abbiamo visto affacciato al loggione della basilica vaticana.
Sottoscrivo quindi un deciso MI PIACE perchè (l’elenco è in ordine sparso):
– è nato il giorno prima del mio compleanno e quindi mi ricorderò sempre di fargli gli auguri;
– ha giocato a basket;
– è una persona colta, umile, “a servizio”, e non a caso, penso, ieri sera ha ripetutamente affermato di essere il vescovo di Roma. Non ha mai usato la parola papa: a mio parere perchè non si sente vertice, ma parte di un comunità;
– di lui dicono che “parla poco ma sa ascoltare molto” e penso che questo ascolto non si riferisce solo alle orecchie, ma soprattutto al cuore ed alla mente, dote rara di questi tempi, anche nella Chiesa;
– è riuscito a far silenzio con la piazza gremita di gente, a far pregare il mondo con tre semplici orazioni che tutti abbiamo imparato da bambini;
– è straordinariamente normale, così come la sua vita (vive con un solo polmone fin da ragazzo, lo studio, la fidanzata, la scelta della consacrazione, la vita quotidiana in mezzo alla gente, attraversando la città);
– è un gesuita, nonostante il nome Francesco spinga ad orientarsi su altro. A tal proposito, secondo me, per ora si è insistito troppo sulla scelta del nome e poco sullo specifico di quella che è la sua vocazione e formazione.

C’è un gesuita, lassù, che conosco bene. Sono convinta che ieri ha avuto un gran bell’incontro con lo Spirito Santo (del resto sono vicini di casa) e lui, con lo stile che gli è sempre stato proprio, ha manifestato chiaramente il suo pensiero. Ma ha soprattutto ascoltato e consigliato. Poi ha lasciato libero lo Spirito di decidere e, alzandosi dalla sedia, l’ha visto volare oltre.
Caro Martini, io ti ho intravisto ieri e sono sicura che stai ancora sorridendo!

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Cardi-translate

LogoTra qualche ora avremo la prima fumata del Conclave.
E’ molto probabile che sia nera (e quindi ancora niente Papa), ma se dovesse essere bianca inizierà la nostra attesa del cardinale protodiacono che si affaccia dalla loggia centrale di San Pietro per dare l’annuncio dell’avvenuta elezione.

E’ il famoso habemus papam… ed il bello è che il tutto viene detto in latino.

Chi era presente all’elezione di Giovanni Paolo II ricorderà bene questa attesa tra il nome in latino ed il cognome, che tutto faceva intendere meno che fosse un papa polacco!

La formula esatta è:
Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!
Eminentissimum ac reverendissimum dominum,
dominum nome
Santctae Romanae Ecclesiae Cardinalem cognome
.

Tra queste righe c’è tutto il senso dell’attesa!
Quindi, per comodità e per non farmi prendere dall’angoscia, mi sono dilettata a creare una tabella nella quale ho tradotto (con il mio latino MOLTO maccheronico – dato che non l’ho studiato) i nomi dei cardinali elettori; trovate la tabella qui:
Nomi cardinali
Se vi va, tenetela sott’occhio da questa sera fino all’elezione del Papa: può essere che trovate velocemente il cognome, prima che il protodiacono concluda la formula di cui sopra (abbiamo, ad esempio, un solo Dionisius, ma in compenso diversi Ioannes)!

P.S. – In teoria è eleggibile ogni maschio non sposato, non solo i cardinali elettori. Va da sè che la tabella è quindi largamente incompleta 🙂

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Prima di formarti nel grembo materno… (Ger 1,5)

Papa-Benedetto-XVI
Parto da qui, dall’ultimo pensiero che mi ha attraversato la mente, per mettere nero su bianco le mie sensazioni circa le dimissioni del Santo Padre. Non lo faccio perchè è la moda del momento, ma solo per andare a rileggerle tra qualche tempo, quando tutto sarà nuovo e si potrà fare tesoro anche di questa esperienza.
Non sono nessuno per dire qualcosa, anzi magari dirò pure cretinate. Però non posso impedire al mio cervello di elaborare le notizie, non posso frenare la mia sensibilità e far diventare passione quello che la mente trasmette al cuore.
Inutile sottolineare la sorpresa, che è generale tra i cristiani e non, per questo gesto certo inatteso, inusuale e sovversivo. La mia prima reazione è stata quella di andare a cercare conferme in internet, strumento che avevo a disposizione al momento.
Passato questo primo momento, mi è tornato in mente Habemus Papam, film di Nanni Moretti che ho avuto modo di vedere al cineforum, con relativo dibattito. Mi ha colpito la figura di questo attore che interpretava il Papa perchè mi ha fatto riflettere proprio sul lato umano della persona, di una persona, certo preparata e dotata di molte qualità non comuni, ma comunque uomo, uomo come tutti noi, che si ritrova, all’improvviso, a capo di una schiera di cristiani, messaggero e testimone di un annuncio plurisecolare, icona di una figura che ha cambiato per sempre la storia. Ed i suoi dubbi, umani, umanissimi, che possono essere i miei, che lo attanagliano. Quest’uomo che poteva essere mio padre e che avrei abbracciato se non altro per consolarlo di queste sue fragilità di fronte ad un compito che avvertiva più grande di lui.
Poi comincio a leggere le notizie di stampa in maniera più approfondita: e qui mi sembra di stare al mercato del pesce, dove tutti urlano per attirare i clienti. Molta informazione è davvero solo sensazionalista (una su tutte la giornalista che chiede se a Benedetto XVI, quando morirà, verranno comunque celebrate le esequie solenni… e mi domando: uno studia anni per fare questa domanda?). Qualche buon commento c’è e, non per lodare chi è cristiano, sono commenti di persone che conoscono il cristianesimo, se non altro parlano non per offrire la merce migliore o per sentito dire, ma con cognizione di causa, chi in maniera più arguta e simpatica, chi altro con maggior canonicità (potrei fare una rassegna stampa, ma sicuramente voi che leggete siete più bravi di me ed avete già approfondito!).
Alla fine elaboro un mio pensiero, un qualcosa che si avvicina alla mia sensibilità ed alla mia poca fede. Benedetto XVI ha ammesso di non farcela, molto umilmente ed in maniera che va al di là della normale intelligenza: ha agito con pragmatismo. Ha capito che alla Chiesa ed ai cristiani, oggi come sempre, è chiesto di stare al passo con i tempi mantenendo inalterato il cuore del messaggio e la propria unicità. E questi tempi sono troppo frenetici per la sua persona di 85 (quasi 86) anni. Ha dato una bella scossa a tutti noi che, abituati all’abbiamosemprefattocosì forse non capiamo fino in fondo la portata di questo gesto e, come fanno i discepoli in diverse pagine evangeliche, ci domandiamo cosa stia combinando il Maestro, smarriti su ciò che la nostra mente non comprende e lontani da quello che lo Spirito ci suggerisce. Ma abbiamo provato a pensare al suo tormento interiore? Ci siamo chiesti quanta libertà spirituale chiede questa scelta?
E, per finire, ecco la citazione di Geremia che mi passa per la mente. Nel capitolo 1 del libro di Geremia la citazione è inserita nel dialogo tra Geremia ed il Signore che si sviluppa nell’ottica della vocazione del profeta: Geremia, pur sentendosi inadatto al suo ruolo, riceve forza dal Signore per intraprenderlo.
Benedetto XVI, prima di essere formato nel grembo materno, è stato consacrato da Dio e mandato a svolgere il suo compito sulla terra, così come succede ad ogni uomo ed è successo a me. Questo suo gesto, grazie al quale niente sarà più come prima, oggi mi pone davanti ad alcune domande: posso dire di essere all’altezza del mio compito di cristiana? Oppure mi riesce difficile fare un gesto in controtendenza rispetto all’abbiamosemprefattocosì? Faccio parte della schiera di credenti che eleggono come patrono S. Tommaso d’Aquino, “patrono di chi non molla il cadreghino” (da-qui-no)?
Signore, dammi la grazia di capire perchè mi hai voluto. Concedi la tua vicinanza al Santo Padre ed alla Chiesa e soffia il tuo Spirito sui Cardinali che saranno impegnati nel Conclave futuro.

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Berlicche

IL CIELO VISTO DAL BASSO

Io Amo Castiglione Olona

la distanza tra Gerusalemme ed Emmaus