Per tutti coloro che hanno interesse e voglia di aggiornarsi, ecco la relazione sull’incontro del Consiglio Pastorale Parrocchiale di venerdì 4 gennaio scorso.
Ci siamo incontrati, su invito del don, per stendere la comunicazione da inviare ai competenti uffici diocesani da parte degli organismi parrocchiali (c’erano anche alcuni rappresentanti del Consiglio per gli Affari Economici) circa la conferma dei lavori da effettuare per ammodernare e rendere più presentabili, oltre che più usufruibili, i locali di scuola materna, oratorio e palestra, con relative pertinenze.
A questo incontro, aperto a tutti, erano presenti anche alcuni membri esterni ai Consigli che hanno avuto modo di relazionare con competenza circa le situazioni economiche e tecniche attuali e previsionali, fornendo alcune puntualizzazioni ad hoc, necessarie per poter esprimere un parere più circostanziato in merito all’oggetto dell’incontro.
La discussione è stata ampia, più o meno intensa ed accalorata; diverse persone presenti ed esterne ai consigli hanno apertamente manifestato la loro approvazione; al termine abbiamo provveduto alla firma del documento che era già stato predisposto e che ci è stato sottoposto dal don. Ed ora la parola passa al vaglio delle autorità competenti e speriamo che questo passaggio sia breve e si possa dar corso ai lavori quanto prima!
Fin qui la cronaca; da qui in poi esprimo le mie personali considerazioni.
Come prima cosa mi rallegro per aver avuto la possibilità di ascoltare i numeri che avrei desiderato già nell’incontro precedente. Tra l’altro, sciorinando i numeri, mi sono crollati alcuni miti (o chiacchiere?) che si erano consolidate negli anni: del tipo chi incassa i soldi degli affitti degli stabili e qual è la situazione economica della scuola materna. Questi erano dati che, oggettivamente, non erano finora stati di dominio pubblico. Al termine delle relazioni avevo un quadro completo e chiaro nella mia mente e questo già mi dava grande soddisfazione: se non altro avevo delle basi su cui far funzionare la mia materia grigia.
Come seconda cosa riscontro che la presenza delle persone esterne al Consiglio è comunque molto importante. Provo sempre grande gioia ad affrontare guardandosi negli occhi alcuni discorsi di interesse comunitario con le persone che incontro: è una grande ricchezza ed uno stimolo a farsi loro portavoce. Penso che anche questi momenti siano uno spazio prezioso, danno la possibilità di sentirsi parte di qualcosa in cui nessuno viene escluso dal cammino comune. Basta presentarsi, e si è accolti. Mi piace svolgere il mio incarico in spirito di servizio, in ascolto delle istanze, in condivisione di un cammino comune: non sono lì per me, ma ci sono per chi crede in me come in una propria presenza.
La terza cosa è una considerazione sulla quale ho riflettuto già durante l’incontro e che non mi ha abbandonato fino ad oggi. Alcuni tra voi sanno sicuramente che la Torah, la legge ebraica, contiene 613 precetti che ogni ebreo che si dica osservante conosce a memoria. Come potete vedere dall’elenco linkato ce n’è un po’ di tutti i colori. Anche ai tempi di Gesù, e da Lui stesso, il tutto veniva osservato in maniera direi ossessiva; ed ecco che farisei e sadducei lo mettono alla prova, come citato nel vangelo di Matteo. La risposta – loro – pensavano di saperla benissimo: il comandamento più importante è senza ombra di dubbio il riposo del sabato, l’unico osservato da Dio stesso. Quindi i farisei e i sadducei sanno già la risposta alla loro domanda. Ma Gesù lascia tutti senza parole. Il Suo atteggiamento è diverso, la Sua risposta sconvolge le abitudini del sistema in cui loro sono imprigionati. Gesù non propone semplicemente il primo comandamento a cui seguono tutti gli altri, ma è IL comandamento a partire dal quale tutto il resto prende forza, direzione e significato.
Ecco io penso che stiamo ancora cercando la chiave che, messa all’inizio, permette di decifrare tutto il resto. Lo Spirito non ci chiede di uniformarci, ma di mantenere vivi i nostri talenti e la nostra creatività e di procedere in maniera unanime. Come una bella chiave che, messa all’inizio del pentagramma, dà valore alle note e compone una musica.